In occasione dell’inizio delle attività della sede dell’Accademia di Belle Arti di Velletri, il 26 gennaio 2019 ci siamo recati con il gruppo di Passaggi ad Arte alla conferenza presso l’auditorium della Casa delle Culture e della Musica, all’interno del Convento del Carmine. Relatore della prima parte della conferenza incentrata sulle opere pittoriche del convento del Carmine è stato Antonio Jommelli (Napoli 1985), storico d’arte, introdotta dal prof. Marco Nocca. Mentre la seconda parte (lezione magistrale su Leonardo da Vinci), è stata illustrata da Antonio Forcellino restauratore dell’auditorium e delle opere pittoriche.
La prima parte, analizza gli affreschi che si trovano nel Chiostro e nel refettorio. L’ipotesi più accreditata è che alcuni dei dipinti siano di Gaspard Dughet (Roma 1615-1675); Egli era il cognato di un altro pittore: Nicolas Poussin e infatti viene anche chiamato il Poussino. Egli era stato anche a Parigi ma Virginia Vezzi pittrice veliterna e suo marito, fanno terra bruciata attorno a Dughet che decide di tornare a Roma, dove fa i primi affreschi nel 1634 per una famiglia veliterna. A Roma si afferma. Troviamo qui suoi dipinti a San Martino ai Monti ma anche a Valmontone a Palazzo Doria-Pamphilj. Aprì anche una bottega a Frascati. La sua arte è caratteristica soprattutto per l’importanza data al paesaggio.
I Carmelitani a Velletri arrivano nel 1573. Nel 1604 viene deciso un primo restauro che però inizia nel 1616 e nel ’36 venne solo intonacato il Convento. Nell’800 Tommaso Minardi chiede fondi per un restauro dei dipinti che viene accordato anche se Dughet viene considerato anticlassico. Antonio Paticchi, un giovane con tratto più classico restaura i quadri di Montagna e Dughet nel Refettorio.
Nel chiostro invece ci sono dipinti di tre mani differenti tra cui uno accreditato proprio a Dughet. Poi affreschi di Alberto da Trapani e Andrea Corsini. I committenti delle opere erano molti tra cui i Borgia. La seconda parte della conferenza ci ha visti partecipi in una lezione magistrale su Leonardo Da Vinci (in occasione del V centenario della morte dell’artista) a cura di Antonio Forcellino. La lezione si è snodata tra tratti biografici del genio vissuto tra il 1452 e il 1519 e la sua intensa attività non solo artistico-pittorica ma anche scientifica.
Leonardo infatti, famoso soprattutto per i suoi capolavori come il Cenacolo, La Gioconda e La Vergine delle Rocce, quest’ultima, opera che l’ha reso noto. Ma i suoi studi, gli appunti tecnici i disegni di botanica e anatomia, le intuizioni matematico-fisiche completano quindi il profilo di un uomo capace di fare spaziare la propria mente in tutti i campi del sapere.
Partecipare a quest’evento è stato molto interessante anche alla luce del fatto che durante alcuni esercizi di fotoritocco e collage digitale del corso di computer grafica abbiamo utilizzato l’immagine della Gioconda per elaborare una nostra personale versione.
La Gioconda secondo la denominazione risalente a Cassiano Del Pozzo, o Monna Lisa secondo il Vasari, è un dipinto ad olio su tavola (Parigi, Musée du Louvre) iniziata presumibilmente nel 1503. Sono innumerevoli le copie ed imitazioni, le varianti e le filiazioni. La vera mania per il dipinto risale alla metà dell’ottocento in seguito alle letture dei decadenti, quando comincia a subire manipolazioni di ogni sorta.
Annalisa, Luca, Maicol